Milano oh cara! Gli affitti a Milano, la casa tra immaginari e speculazione, con Lucia Tozzi
Fahrenheit: Intervista di Graziano Graziani, in apertura di trasmissione, a Lucia Tozzi
Milano oh cara! Gli affitti a Milano, la casa tra immaginari e speculazione, con Lucia Tozzi
Fahrenheit: Intervista di Graziano Graziani, in apertura di trasmissione, a Lucia Tozzi
Mirella Armiero intervista Lucia Tozzi
Le politiche urbane: Napoli, che errore imitare Milano
Intervista a Alberto Saibene su Milano a partire dal libro di Lucia Tozzi “L’invenzione di Milano“
Si presenta a Roma “L’invenzione di Milano. Culto della comunicazione e politiche urbane”
mercoledì 22 marzo, ore 19.30
intervengono
Sarah Gainsforth, Leonardo Bison, Stefano Portelli, Lucia Tozzi
Sguardi trasversali sulla città, di Simone Mosca, la Repubblica Milano su “L’invenzione di Milano” di Lucia Tozzi
martedì 21 marzo, ore 18
Libreria modo infoshop
via Mascarella 24/b, Bologna
Mauro Boarelli e Salvatore Papa discutono con Lucia Tozzi
“L’invenzione di Milano”
“Un attore non recita un ruolo. Crea sé stesso, crea un attore che conquista il suo posto in una rappresentazione” (Giornale notturno)
Gli esercizi di Jan Fabre
Fabre, Metamorfosi di un corpo di Laura Zangarini
Una riflessione su Milano di Alberto Saibene a partire dal libro di LuciaTozzi “L’invenzione di Milano”
“È proprio il rapporto tra pubblico e privato il filo rosso di L’invenzione di Milano. Culto della comunicazione e politiche urbane (Cronopio), un pamphlet di Lucia Tozzi – studiosa di urbanistica, napoletana di origine ma milanese di residenza – dedicato al mito del «Modello Milano», a quell’idea di città virtuosa, locomotiva d’Italia, che ha preso piede con Expo 2015 e che, dopo la battuta d’arresto della pandemia, ha ripreso a circolare con ancora maggior vigore. Il libro appare nella collana «Rasoi» e bisogna dire che è bello affilato, anche per l’abilità dell’autrice di mescolare osservazione di costume a una ricerca rigorosa con ampi riferimenti bibliografici e la capacità di estrapolare dalle cronache cittadine fatti e dati salienti. Uno stile che ricorda un modello lontano, difficile da maneggiare, quello di Antonio e Camilla Cederna (pur con le dovute differenze), ma sempre efficace. È un’opera che mancava ed è quindi da leggere con attenzione, da discutere e che sviluppa le tesi contenute in Non ci sono alternative, un lungo articolo dell’autrice apparso nel 2019 nella bella rivista napoletana «Lo stato delle città». Da leggere perché è una delle poche, pochissime, voci critiche sulla traiettoria di una città governata da più di dieci anni dal centrosinistra che, attraverso i sindaci Pisapia e Sala, è sempre stata attenta a comunicare (verbo chiave) un’idea di città virtuosa, avendo tra le sue priorità le politiche di inclusione e il riconoscimento dei diritti delle minoranze”.
Ivan Carozzi intervista (su Esquire) Lucia Tozzi sui temi de “L’invenzione di Milano. Culto della comunicazione e politiche urbane”
Quando sei arrivata a Milano? E che ricordo conservi della città in cui sei arrivata?
Nel 2001. Ricordo che, come tutti gli italiani che arrivano da città dotate di bei centri storici, trovavo Milano quasi tutta brutta, pur apprezzando qua e là i monumenti, o alcune straordinarie architetture contemporanee, o i parchi, o gli interni bellissimi di certi palazzi o musei. Ma l’insieme mi appariva irrimediabilmente sgraziato. Solo con il tempo e con lo studio il mio sguardo si è trasformato – è diventato più colto – e ho cominciato a leggere l’eleganza sublime di questa città, la bellezza di un tessuto urbano pensato in maniera non canonicamente estetica, senza inseguire a ogni costo la seduzione.
Quando parli di bellezza del tessuto urbano, a cosa ti riferisci nel dettaglio? C’è un luogo in particolare a cui pensi?
No, penso proprio all’insieme della città, alla sua apparente disarmonia, alla giustapposizione di elementi così eterogenei e a una diffusissima qualità di progetto. Quando ho cominciato ad accorgermi di queste cose ho perso ogni interesse per quell’estetica “vecchia Milano”, cavallo di battaglia delle agenzie immobiliari, che di primo acchito sembrava quasi rassicurante.
Oggi dove vivi?
All’Isola, su una delle piazze più gentrificate di Milano. Un paradigma, e un ottimo punto di osservazione.
Come hai visto trasformarsi la città in questi anni?
Milano ha abbandonato l’amore per la produzione – non solo quella industriale, ma anche quella culturale e sociale – per diventare attrattiva. Ha scelto di entrare pienamente nel gioco delle città globali che competono per strapparsi l’un l’altra flussi di capitali, turisti, studenti, abitanti fluttuanti, e per farlo si omologa sempre di più a modelli di rappresentazione che in un modo o nell’altro rimandano a pochi e insulsi ingredienti: lusso, diversity, smartness e (apparente) sostenibilità. Ma questo obbiettivo ha un costo altissimo: la promozione dell’immagine richiede il sacrificio del contenuto. Tutti gli elementi più vitali, dalla ricerca alla produzione musicale, dalla qualità degli spazi e dei servizi pubblici all’intensità delle battaglie politiche, perdono consistenza di fronte al dominio del format. Il conformismo degli eventi soffoca la sperimentazione, mortifica l’intelligenza e si traduce visivamente in una città noiosa come un grande allestimento.
“Oggi se non critichi Milano non sei nessuno”. In tanti, sui media e in rete, negli ultimi tempi stanno evidenziando gli innegabili piccoli e grandi problemi di una città che, da Expo fino allo stop della pandemia, aveva invece conosciuto un’ascesa apparentemente inarrestabile, anche a livello di narrazioni. Da metropoli più “cool” d’Europa a città “da odiare”, da cui fuggire? Allo stesso tempo, al di là degli editoriali e dei commenti sui social, sono molti i libri (saggi ma anche romanzi, oltre a reportage, podcast e newsletter) che in questi ultimi anni stanno provando a raccontare, da punti di vista diversi, le contraddizioni del capoluogo lombardo, cercando di prevedere l’evoluzione dell’attuale fase critica…
Milano, racconto di una crisi, di Antonio Prudenzano, recensione a “L’invenzione di Milano” di Lucia Tozzi
Michele Masneri recensisce “L’invenzione di Milano. Culto della comunicazione e politiche urbane” di Lucia Tozzi
Con l’Expo del 2015 l’immagine di Milano si è trasformata in un vero e proprio brand urbano, catalizzatore di nuovi capitali, abitanti, progetti urbanistici, attività finanziarie e del digitale. Negli ultimi mesi, con il crescere del costo della vita e della speculazione immobiliare, il caso del capoluogo lombardo è salito alle cronache perché la città del capitalismo italiano per eccellenza pare non riuscire più a nascondere il fatto di essere diventata invivibile anche per i ceti borghesi, impossibilitati ormai anche loro a sostenerne i prezzi. Il processo di riqualificazione che ha coinvolto la città sembra lasciare molti sconfitti sul campo di battaglia; infatti se da un lato i nuovi capitani di ventura l’hanno incoronata come capitale, dall’altro coloro che sono stritolati dal processo di espropriazione e sfruttamento sono esponenzialmente in crescita.
A Macerie su Macerie ripercorriamo le vicende degli ultimi vent’anni del capoluogo lombardo con Lucia Tozzi, studiosa di politiche urbane
I maranza salveranno Milano, di Giovanni Robertini: È arrivata anche da te la polemichetta della settimana? Scrivo dal luogo del delitto, perché la questione è più o meno questa: Milano sta sul cazzo, pare che ci sia addirittura un “sentiment” – come si usa dire qui – “un nuovo modo di odiare Milano”, così titola in cui si analizza analizza la vibe shift, ovvero il come e il perché i milanesi abbiano cambiato il modo di percepire sé stessi e la loro città. Affitti e costo della vita altissimi, gentrification a palla, inquinamento, taglio dei mezzi pubblici, un gin tonic a 18 euro: tutto vero, nessuna novità, neanche il fatto che a dirlo siano Selvaggia Lucarelli sui social o un saggio di Cronopio editore (L’invenzione di Milano di Lucia Tozzi).
mercoledì 15 marzo, ore 18.30
Cronopio, via Broggia 11, Napoli
Enrico Formato e Valeria Pinto
discutono con Lucia Tozzi “L’invenzione di Milano“
sabato 11 marzo, ore 17.30
Anarres, via Pietro Crespi 11, Milano
si discute “L’invenzione di Milano. Culto della comunicazione e politiche urbane” di Lucia Tozzi con l’autrice partecipa Giacomo Pozzi
Solo dieci anni fa Milano era vista come una città produttiva, elegante, ma grigia. Poi, con l’Expo2015, ha assunto l’immagine di una metropoli splendente e attrattiva. Il passaggio però non è la conseguenza di una trasformazione oggettiva ma, all’opposto, è la metamorfosi fisica a essere effetto di una campagna di marketing senza precedenti, il cui successo è stato ottenuto spostando le risorse materiali e intellettuali destinate alla produzione di cultura, ricerca, servizi di welfare verso la produzione dell’immagine di una metropoli globale del lusso. L’aspetto più perturbante dell’intero processo è il ruolo giocato dalla finanza, impegnata in una doppia missione: concentrazione della ricchezza attraverso la privatizzazione della città pubblica, dei suoi spazi e delle sue istituzioni sociali e culturali; cattura o neutralizzazione delle forze che potrebbero produrre attrito nel sistema e lotta alle disuguaglianze.
Prezzo: € 15,00
Cod. 9788898367689
data di pubblicazione: febbraio 2023
pagine: 208
Luca Lenzini recensisce su doppiozero Cospira di Patrizio Esposito
venerdì 3 marzo, ore 18.30
casa del popolo san niccolò
firenze
si discute il libro di Lucia Tozzi “L’invenzione di Milano. Culto della comunicazione e politiche urbane“, da oggi in libreria
Francesco Migliaccio scrive per Monitor su “Cospira” di Patrizio Esposito
martedì 28 febbraio, ore 17.30
C.A.S.A. (Centro per le arti della scena e dell’audiovisivo)
palazzo Degas, Napoli
Attilio Scarpellini discute “Cospira”
di Patrizio Esposito
con la prefazione di Marco Tabacchini e il saggio di Boris Groys “Diventare rivoluzionari: su Kazimir Malevič” (traduzione di Antonella Di Gangi)
Kazimir Malevič, uno dei principali artisti dell’avanguardia russa del Novecento e il fondatore del Suprematismo, pubblica nel 1921 un breve scritto dedicato all’inazione:
«Il lavoro dovrebbe essere maledetto, come raccontano le leggende sul paradiso, e l’inazione dovrebbe essere ciò a cui l’uomo deve aspirare. Ma nella vita reale è accaduto il contrario. Come sia accaduto, è quello che vorrei spiegare. […]
L’inazione spaventa i popoli e chi la accetta è perseguitato, e ciò accade perché nessuno l’ha intesa come verità, stigmatizzandola come “madre dei vizi” quando è la madre della vita. Il socialismo porta la liberazione ma inconsapevolmente la calunnia, senza capire che è proprio l’inazione che lo ha generato».
cod: 9788898367665
pagg. 79
prezzo: 9€
Distillato da una moltitudine di diari, appunti, riflessioni, questo libro è scrittura di viaggi e incontri vissuti e pensati come paesaggi: insiemi di animali umani e non umani, cose, piante, case, ospedali psichiatrici, opere teatrali e non, “parole, belati, fruscii, irriverenze. E singoli affanni”. Scrittura levigata all’osso, pietrosa come selce per contribuire a dar fuoco all’ingiustizia, “Cospira” ci conduce al cospetto di vite ostinate e imprendibili, di gesti minimi, irrisori, testimoni o presagi di altri mondi. Così noi lettori siamo portati all’incontro, come accade di fronte a fotografie capaci di pungere l’occhio e disturbarlo, con le indimenticabili posture, andature, esclamazioni dei “folli” e dei loro rari complici, con popoli insorti che inventano lotte inconcepibili, con gente di teatro colta nell’intensa tensione della messa in scena e nelle cure della vita quotidiana, con l’ira e il sorriso di scrittrici e scrittori, con gli esercizi senza scopo di artisti irriducibili… Un vento, una cospirazione di impensabili esistenze.
cod. 9788898367658
pag. 192
prezzo: 17.00€
Le pagine di questo libro danno forma a tutto quello che, nel corso degli anni, ho cercato di dimenticare. Solo la capacità di visione di uno spettatore militante come Jean-Louis Perrier poteva restituire una testimonianza di questi lembi di passato, certo non io. è incredibile rileggere questi scritti e rendermi conto di come fosse dominante l’elemento della quantità, mentre ho sempre pensato che il mio lavoro tendesse verso uno spazio senza contenuto, un luogo di rivelazione, una rinuncia al linguaggio. Ho sempre sospettato che il teatro fosse per me un lavoro sul presente espresso nella lingua del presagio. L’autore di questa raccolta, al contrario, ha voluto fissare le parole dette, e rileggere il mio lavoro attraverso quei lembi di passato che ha conosciuto come critico e come spettatore. Ma Jean-Louis Perrier non si è limitato solo a questo: ha voluto infatti, di volta in volta, farmi parlare. La ricchezza della sua analisi mi aiuterà, d’ora in poi, a fare un ulteriore passo indietro rispetto a quanto è stato fatto. (Romeo Castellucci)
Jean-Louis Perrier è scrittore e giornalista. In Francia ha collaborato con il quotidiano Le Monde, la rivista Mouvement, il periodico Alternatives théâtrales, il Festival d’Avignone e il Festival d’Automne di Parigi.
Prezzo: € 18.00
pagine: 212
Cod. 9788898367641
data pubblicazione: novembre 2022
“è André Malraux a parlare dell’arte come di un ‘antidestino’ […]. Senza capirne bene il perché, ho ripensato a tale intendimento malrauxiano della pratica artistica subito dopo aver deciso di ripubblicare i quattro saggi raccolti nel presente volume. La loro stesura data a momenti diversi e risponde a motivazioni altrettanto diverse. Inoltre, è ciascuno focalizzato su una o più opere di quattro artisti italiani assai difformi tra loro in termini di poetica, modalità espressiva, visione della realtà e della storia: Michelangelo Pistoletto, Giovanni Anselmo, Francesco Matarrese e Gino De Dominicis. Nel chiedermi se ci fosse un tratto unificante, tanto in quelle opere quanto nei ragionamenti da me perseguiti studiandole, mi sono reso conto di come […] nei testi aleggi comunque una certa atmosfera. Puntuale ritorna la convinzione che le opere d’arte possano mettere in discussione lo status quo(artistico, storico-artistico, culturale o storico che sia), introducendo nel mondo dei desiderata, progetti e prospettive inedite. Ciò le fa apparire sottratte e inintelligibili rispetto a qualsivoglia ordine discorsivo, dominante o no, di cui non siano esse stesse le propulsive artefici. Nella loro stanziale finitezza, le opere evidenziano così l’infinito: l’implicita possibilità di un’eccedenza che le esime da qualsiasi relazione con il noto o l’acquisito.” (Gabriele Guercio)
Cod. 9788898367603
Prezzo: 17,00 €
pag. 218
Mercoledì 20 aprile ore 18
in diretta sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di Cronopio
Barbara Chitussi, Lorenzo Chiesa, Bruno Moroncini discutono
La morte del poeta. Potere e storia d’Italia in Pier Paolo Pasolini
di Bruno Moroncini
(Cronopio 2019)
Mercoledì 6 aprile, ore 18
l’Asilo, via G. Maffei 4, Napoli
si discute il libro di Bruno Moroncini “La morte del poeta. Potere e storia d’Italia in Pier Paolo Pasolini” (Cronopio 2019)
intervengono Bruno Moroncini e Gianluca Solla
sarà possibile seguire la discussione anche sulla pagina Facebook dell’Asilo
https://facebook.com/events/s/presentazione-de-la-morte-del-/509004550783468/
“Danza Cieca” è una raccolta di riflessioni sull’esperienza fisica, estetica ed emozionale vissuta nella messa in opera dell’omonimo duetto danzato dal coreografo Virgilio Sieni e dal danzatore non vedente Giuseppe Comuniello. Pensato come un taccuino per favorire il rinnovamento della danza in quanto pratica epifanica di conoscenza e consapevolezza, il libro eredita anni di ricerca sull’origine e sul senso del gesto. La tattilità, l’attenzione alle “cose più piccole”, il sentirsi compresi e mossi dallo spazio, le forme di immaginazione e di memoria scaturite da una danza che si dedica all’altro sono i punti focali di un’esperienza che prende corpo dal corpo, di un linguaggio multisensoriale che tenta di spingersi oltre ogni atto simbolico e produttivo.
Cod. 9788898367528
pag. 94
prezzo: 12,00 €