Giovanni Ludeno
Il rovescio dell’esperienza
Valeria Pinto
«La coscienza per così dire non sopporta la vista della ‘faccia’ che una cosa le rivolge – finché non avrà di fronte l’altra ‘faccia’, il ‘rovescio’» dice Hans Blumenberg. Questo rapporto tra la ‘faccia’ e il suo rovescio non è nulla di ovvio: è un’irruzione repentina o un guadagno conquistato attraverso un faticoso corpo a corpo.
Maestro di questo rovesciamento, sulla via nietzschiana dei «filosofi del pericoloso forse», è Georg Simmel con la sua idea di «rotazione assiale». Riunendo saggi che mettono l’una di fronte all’altra filosofie e figure filosofiche diverse, questo libro affronta il tema dell’esperienza religiosa nella modernità e ultima modernità in un corpo a corpo tra concetti e personaggi concettuali: dalla trascendenza immanente di Simmel all’ironia romantica di Solger, attraverso Kierkegaard, Schleiermacher, Heidegger, e proposte come il «Kompromiss» di Troeltsch, certo meno scintillanti ma vincenti come ogni saggia resa all’avversario.
L’esito – o piuttosto l’orizzonte – è una riproblematizzazione della domanda intorno al rapporto tra Dio e verità, a partire dall’esperienza che li ha visti a lungo coincidere fino alla crisi inaggirabile di questa esperienza, al suo – forse – definitivo rovescio.
Valeria Pinto insegna Filosofia teoretica e Filosofia della religione presso l’Università di Napoli Federico II. Per Cronopio ha pubblicato Valutare e punire. Una critica della cultura della valutazione (2012; 2019).
Cod. 9788898367795
pag. 187
prezzo: 17.00 €
Antigone nella città dei pazzi
Luigi Trucillo
Antigone nella città dei pazzi è una riscrittura in versi dell’Antigone di Sofocle, ambientata tra le rovine di un vecchio manicomio abbandonato di Napoli, il Leonardo Bianchi. Nel poemetto la lotta di Antigone contro l’esilio delle spoglie del fratello fuori dalla polis si reincarna nel presente, in una lotta di fratellanza contro il medesimo verdetto sociale di espulsione dei matti. Ne scaturisce un testo “basagliano”, attraversato dalle voci dolenti degli internati, mescolate a quelle di alcuni poeti ugualmente segnati dalla dismisura, che si interroga sull’esperienza del limite oltrepassato dalla diversità, e del suo confronto con la legge. Non a caso, secondo gli antichi Greci soltanto i pazzi, gli innamorati e i poeti potevano esplorare fino in fondo questi confini sconosciuti.
Antigone nella città dei pazzi scavalca la nicchia della parola letteraria per rivolgersi a un orizzonte più ampio e indomabile, il legame collettivo che ci definisce.
postfazione di Antonello D’Elia, psichiatra, presidente della Società Italiana di Psichiatria Democratica
Luigi Trucillo ha pubblicato con Cronopio Navicelle (1995); Polveri (1998); Lezioni di tenebra (2007, Premio Lorenzo Montano 2008).
In copertina: fotografia di Patrizio Esposito (da una immagine trovata al Leonardo Bianchi)
Cod. 9788898367832
pag. 88
prezzo: 12.00€
disertore pacifista corriere del mezzogiorno
Quann’uno aspett’a Dodò
(traduzione napoletana di Arturo Martone)
Samuel Beckett
Anche se di traduzioni a stampa di Godot in napoletano non pare ce ne siano state sinora, c’era davvero bisogno di un ulteriore intervento traduttivo? La risposta è assolutamente no e assolutamente sì. Assolutamente no, perché il testo ha raggiunto una diffusione talmente capillare da poter essere considerato ormai translinguistico e transculturale, in linea con la fisionomia culturale del suo autore. Assolutamente sì, perché Beckett ha coltivato e dato prova di una competenza transculturale che sollecita al confronto con un testo ‘aperto’ (cioè le presupposizioni culturali sono ridotte all’osso) le potenzialità di una lingua/dialetto come il napoletano, anch’esso virtualmente ‘aperto’ ma quasi sempre resosi disponibile, di fatto, a un repertorio per così dire domestico, familiare, un repertorio da intra moenia che ha nondimeno attraversato confini e barriere culturali inimmaginabili per altre lingue/dialetti altrettanto domestici e familiari. Questa edizione di Aspettando Godot , con testo italiano a fronte, è ispirata liberamente alle lingue di partenza delle edizioni francese, inglese e italiana, e nasce dal tentativo di verificare le potenzialità espressive dei quattro personaggi della pièce (Pozzo, Lucky, Estragone e Vladimiro, qui chiamati rispettivamente Popó, Lulù, Gogó e Didì, mentre Godot diventa Dodó) e le trovate ‘filosofiche’ delle tre lingue di partenza in quelle del napoletano.
Arturo Martone ha insegnato per circa quarant’anni discipline filosofiche, prima all’università Federico II e poi all’Orientale di Napoli, occupandosi della filosofia fra XVIII e XX secolo e poi di filosofia del linguaggio e semiotica.
Cod. 9788898367726
pag. 230
prezzo: 20.00 €
Il disertore
Francesco Misiano
Nel discorso che pronuncia alla Camera dei Deputati il 12 luglio 1920, Francesco Misiano deve cercare di evitare l’autorizzazione a procedere richiesta dal procuratore del Re: è stato disertore della Grande Guerra. Quando la guerra finisce, seppure ancora latitante, il Partito Socialista lo candida alle legislative ed è il primo degli eletti a Napoli. Misiano rivendica l’entrata in Parlamento perché la sinistra vuole riorganizzarsi, dopo la carneficina della guerra mondiale, con un programma decisamente antimilitarista.
Oggi sconosciuto, ieri considerato da Lenin uno dei capi della classe operaia italiana, nel suo discorso Misiano traccia la sua linea di vita: non la vita esemplare di un rivoluzionario, ma una vita fra le tante di militanti senza più un nome. Protagonista della rivolta contro la guerra, disertore a Zurigo, sulle barricate a Berlino durante la rivoluzione spartachista.
Francesco Misiano (Ardore, 1884-Mosca, 1936) fu tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia. Sindacalista, rivoluzionario, nemico pubblico numero uno per i fascisti, quando la reazione inizia a vincere si rifugia in Russia, dove sarà protagonista dell’organizzazione e della produzione del nuovo, dirompente, cinema sovietico.
a cura e con una prefazione di Luca Salza
Cod. 9788898367788
pag: 84
Prezzo: € 10.00