Enzo Moscato presenta Archeologia del sangue (1948-1961)
Enzo Moscato presenta Archeologia del sangue (1948-1961)
Luciano Giannini intervista Enzo Moscato su “Archeologia del sangue (1948 – 1961)”
Intervista di Giulio Baffi a Enzo Moscato su “Archeologia del sangue (1948 – 1961)”
edizione 14 del diecidodiciventi
“I testi presenti in questa prima parte del lavoro chiamato Archeologia del sangue, da me, idealmente, previsto diviso in tre sezioni, dai primi anni della mia vita fino a mò (anno del Signore 2020), potrebbero costituire una sorta di bislacca e parziale ‘autobiografia’.
Cioè, e con ciò, spiego il perché dei due aggettivi, ‘bislacca’ e ‘parziale’, di cui sopra: invece che parlare della mia vita, partendo dalla ‘a’ e arrivando alla (del resto ignota!) lettera ‘zeta’ di un lungo, complesso e ancora perdurante (grazie a Dio!) percorso, ho preferito concentrarmi piuttosto su un determinato mio periodo di esistenza; nello specifico, quello che va dall’anno 1948 all’anno 1961, e su di esso darvi ragguagli, esemplificandoli, raffigurandoli, in simbolici quanto concisi, spero!, nuclei narrativi”.
Enzo Moscato è tra i capofila della nuova drammaturgia napoletana con un teatro scritto e interpretato in forme coraggiosamente inconsuete. La lingua arcaica e modernissima lo ha imposto all’attenzione della critica e del pubblico internazionale. Per la sua carriera nel 2018 ha vinto il prestigioso Premio Ubu. Con Cronopio ha pubblicato Ritornanti (2017).
Prezzo: € 16,00
Cod. 9788898367511
data di pubblicazione: giugno 2020
pagine: 186
archeologia corriere del mezzogiorno
Prezzo: € 13,00
Cod. 9788898367405
data di pubblicazione: novembre 2020
pagine: 160
Gennaro Avallone recensisce “L’avanguardia dei nostri popoli. Per una filosofia della migrazione”, a cura di Andrea Cavalletti e Gianluca Solla
Orestea/ Agamennone Schiavi Conversio, apertura della 46a Biennale di Venezia, è un lavoro teatrale sulla trilogia di Eschilo, un confronto con l’opera che estende il dominio del teatro ai campi anti-teatrali della performance e della critica. Cosa significa recarsi a cospetto del corpus eschileo, di una materia archeologica in primo luogo verbale? Orestea, tragedia politica o metafisica? Il libro rivela l’impegno di Simone Derai a tenere ostinatamente per mano i due discorsi paralleli della giustizia e dell’essere, affrontando la scalata a questa impalcatura bifida e impervia con una nuova infedele traduzione. L’Orestea di Anagoor rincorre Eschilo ma anche Socrate, Broch, Severino, l’amato Sebald, Arendt, il poeta Mazzoni, una muta di Virgili apripista per scendere lungo la schiena dell’Occidente, dal bacino del Mediterraneo alle foreste europee, su tracce che portano ai rituali funebri, all’ossessione del non c’è più, all’origine del teatro, ai deliri del continente, alle fosse comuni. Compiuta con Patrizia Vercesi la traduzione in versi liberi è inseguita qui, lemma per lemma, dal commento di Susanna Pietrosanti come un segugio che fiuta la pista del sangue.
Il teatro di Anagoor risponde a un’estetica iconica precipitata in diversi formati – performance, filosofia, letteratura, ipermedia – pretendendo tuttavia, in virtù della natura di quest’arte, di rimanere teatro. Nel 2018 è Leone d’argento per l’innovazione alla Biennale Teatro.
Prezzo: 18.00€
Cod. 9788898367443
data di pubblicazione: settembre 2020
pag. 261
Pietro Sebastianelli recensisce “Machiavelli, ragion di Stato, polizia cristiana. Genealogie 1″ di Gianfranco Borrelli
Giuseppe Antonelli, “Le nuove metamorfosi dei dialetti”
nella bibliografia viene citata “Una lingua gentile. Storia e grafia del napoletano” di Nicola De Blasi e Francesco Montuori
Antonio Gnoli intervista su Robinson Bruno Moroncini
Attilio Scarpellini discute il ‘travolgente’ “Chi ha paura dei classici?” di Enrico Terrinoni
Attilio Scarpellini discute a “Qui comincia”, Rai radio 3, il travolgente “Chi ha paura dei classici?” di Enrico Terrinoni
Enrico Terrinoni oggi alle 15.45 a Fahrenheit rai radio 3, per discutere di “Chi ha paura dei classici?”
Intervista ad Enrico Terrinoni su Letture.org
Intervista di Livio Partiti ad Enrico Terrinoni
“I profughi costretti di paese in paese rappresentano l’avanguardia dei loro popoli”.
Hannah Arendt scriveva queste parole nel famoso articolo del 1943 We Refugees, aggiungendo che “il consesso dei popoli europei è andato in pezzi quando, e perché, ha permesso che i suoi membri più deboli fossero esclusi e perseguitati”. Nell’epoca delle migrazioni climatiche, delle nuove esclusioni e dei nuovi razzismi, anche ambientali o legati alla pandemia, la diagnosi arendtiana non solo non ha perso nulla della sua attualità ma suggerisce strategie interpretative inusuali, esige che la stessa nozione di popolo sia nuovamente interrogata.
Attraversando le discipline, spaziando dalla critica dell’integrazione alle riflessioni sul colonialismo, indagando i dispositivi di produzione degli apolidi o le moderne teorie e pratiche di esclusione del diverso, riflettendo sulla potenza testimoniale delle immagini e sulla violenza paranoide delle attuali chiusure identitarie, il volume, a cura di Andrea Cavalletti e Gianluca Solla, concepisce la filosofia delle migrazioni nel senso del divenire migrante dei nostri popoli.
Proprio oggi, quando il dominio capitalistico ha reso le nostre vite invivibili, le figure del rifugiato e del perseguitato indicano paradossalmente l’unica sopravvivenza possibile.
Prezzo: € 13,00
Cod. 9788898367498
data di pubblicazione: giugno 2020
pagine: 166
Intervista di Armida Parisi a Nicola De Blasi su “Una lingua gentile. Storia e grafia del napoletano” di Nicola De Blasi e Francesco Montuori
Napoletano, lingua gentile il roma
Riprendono i seminari sullo spazio
lunedì 8 giugno, ore 14-17 – dipartimento di architettura – università federico II di napoli
(on line ms teams; codice https://bit.ly/2Aom2Zm)
I classici sono libri del passato che, parlando al presente, appartengono al futuro. Sono libri nosferatu: ritornano trasfigurati per trasfigurarci; e così facendo influenzano anche l’ambiente della letteratura contemporanea attraverso percorsi inaspettati.
Perché, allora, suscitano spesso fastidio nel pubblico e nella critica? Forse perché conservano un qualcosa di aristocratico, una presunzione di superiorità? Sarebbe inaccettabile, quando si parla di libri, visto che nulla può davvero regolare il gusto o le preferenze individuali dei lettori.
Il libro rilegge, con spirito eretico e provocatorio, una serie di mostri sacri delle letterature inglese, irlandese e americana; da Conan Doyle a Joyce, da Hawthorne a Wilde, da Sterne a Flann O’Brien. Vengono affrontati classici del romanzo sensazionale, del modernismo, del romanzo storico, della fiaba, delle origini del romanzo inglese e del racconto postmodernista, nel tentativo di ricercare all’interno delle loro strutture portanti l’essenza della loro immortalità.
Prezzo: € 13,00
Cod. 9788898367467
data di pubblicazione: maggio 2020
pagine: 153
Pietro Polieri recensisce, sulla Gazzetta del Mezzogiorno, “Una lingua gentile. Storia e grafia del napoletano” di Nicola De Blasi e Francesco Montuori
il libro è acquistabile sul nostro shop