Filippo La Porta recensisce per l’Unità Antigone nella città dei pazzi di Luigi Trucillo
agli storti e agli imperfetti _cantico per non scordare i manicomi l’Unità
Filippo La Porta recensisce per l’Unità Antigone nella città dei pazzi di Luigi Trucillo
agli storti e agli imperfetti _cantico per non scordare i manicomi l’Unità
Prossime presentazioni de Il disertore di Francesco Misiano, a cura di Luca Salza
ALIAS (IL MANIFESTO) recensisce Quann’ uno aspett’ a Dodò. Una tragicommedia in due atti. Testo napoletano a fronte
Pietro Rebusi recensisce per Il manifesto Antigone nella città dei pazzi di Luigi Trucillo
Quando una lucciola vaga in un ospedale psichiatrico, Il manifesto
Sarantis Thanopulos recensisce Antigone nella città dei pazzi
Enza Silvestrini recensisce Antigone nella città dei pazzi
https://www.nazioneindiana.com/2025/03/05/111975/
Antonio Attisani
L’azione poetante di Francesco, fraintesa e censurata sin da quando era in vita, ha caratteristiche che potrebbero convergere nella definizione di un teatro diverso da quello che è prevalso nella nostra tradizione culturale e che oggi vive una travagliata fase di ripensamento delle proprie funzioni, ovvero dei propri protocolli etici e di composizione. In questo senso è significativo che almeno a partire dai primi decenni del Novecento, diversi esponenti delle avanguardie teatrali abbiano rivolto l’attenzione a un Francesco finalmente liberato dalla sanzione storiografica che lo aveva tacitato per secoli, e che persino molti di coloro che neppure lo conoscono o non si riferiscono esplicitamente alla sua opera in effetti ne riprendano alcune istanze.
Cod. 9788898367856
prezzo: 11.00 €
pag. 86
Anna Marchitelli recensisce per il Corriere del Mezzogiorno Antigone nella città dei pazzi
Stefano de Stefano recensisce per Il corriere del mezzogiorno Quann’ uno aspett’ a Dodò. Una tragicommedia in due atti. Testo napoletano a fronte
Valerio Romitelli recensisce su Pulp Magazine Il disertore di Francesco Misiano, a cura di Luca Salza
«La coscienza per così dire non sopporta la vista della ‘faccia’ che una cosa le rivolge – finché non avrà di fronte l’altra ‘faccia’, il ‘rovescio’» dice Hans Blumenberg. Questo rapporto tra la ‘faccia’ e il suo rovescio non è nulla di ovvio: è un’irruzione repentina o un guadagno conquistato attraverso un faticoso corpo a corpo.
Maestro di questo rovesciamento, sulla via nietzschiana dei «filosofi del pericoloso forse», è Georg Simmel con la sua idea di «rotazione assiale». Riunendo saggi che mettono l’una di fronte all’altra filosofie e figure filosofiche diverse, questo libro affronta il tema dell’esperienza religiosa nella modernità e ultima modernità in un corpo a corpo tra concetti e personaggi concettuali: dalla trascendenza immanente di Simmel all’ironia romantica di Solger, attraverso Kierkegaard, Schleiermacher, Heidegger, e proposte come il «Kompromiss» di Troeltsch, certo meno scintillanti ma vincenti come ogni saggia resa all’avversario.
L’esito – o piuttosto l’orizzonte – è una riproblematizzazione della domanda intorno al rapporto tra Dio e verità, a partire dall’esperienza che li ha visti a lungo coincidere fino alla crisi inaggirabile di questa esperienza, al suo – forse – definitivo rovescio.
Valeria Pinto insegna Filosofia teoretica e Filosofia della religione presso l’Università di Napoli Federico II. Per Cronopio ha pubblicato Valutare e punire. Una critica della cultura della valutazione (2012; 2019).
Cod. 9788898367795
pag. 187
prezzo: 17.00 €
Antigone nella città dei pazzi è una riscrittura in versi dell’Antigone di Sofocle, ambientata tra le rovine di un vecchio manicomio abbandonato di Napoli, il Leonardo Bianchi. Nel poemetto la lotta di Antigone contro l’esilio delle spoglie del fratello fuori dalla polis si reincarna nel presente, in una lotta di fratellanza contro il medesimo verdetto sociale di espulsione dei matti. Ne scaturisce un testo “basagliano”, attraversato dalle voci dolenti degli internati, mescolate a quelle di alcuni poeti ugualmente segnati dalla dismisura, che si interroga sull’esperienza del limite oltrepassato dalla diversità, e del suo confronto con la legge. Non a caso, secondo gli antichi Greci soltanto i pazzi, gli innamorati e i poeti potevano esplorare fino in fondo questi confini sconosciuti.
Antigone nella città dei pazzi scavalca la nicchia della parola letteraria per rivolgersi a un orizzonte più ampio e indomabile, il legame collettivo che ci definisce.
postfazione di Antonello D’Elia, psichiatra, presidente della Società Italiana di Psichiatria Democratica
Luigi Trucillo ha pubblicato con Cronopio Navicelle (1995); Polveri (1998); Lezioni di tenebra (2007, Premio Lorenzo Montano 2008).
In copertina: fotografia di Patrizio Esposito (da una immagine trovata al Leonardo Bianchi)
Cod. 9788898367832
pag. 88
prezzo: 12.00€
disertore pacifista corriere del mezzogiorno
Anche se di traduzioni a stampa di Godot in napoletano non pare ce ne siano state sinora, c’era davvero bisogno di un ulteriore intervento traduttivo? La risposta è assolutamente no e assolutamente sì. Assolutamente no, perché il testo ha raggiunto una diffusione talmente capillare da poter essere considerato ormai translinguistico e transculturale, in linea con la fisionomia culturale del suo autore. Assolutamente sì, perché Beckett ha coltivato e dato prova di una competenza transculturale che sollecita al confronto con un testo ‘aperto’ (cioè le presupposizioni culturali sono ridotte all’osso) le potenzialità di una lingua/dialetto come il napoletano, anch’esso virtualmente ‘aperto’ ma quasi sempre resosi disponibile, di fatto, a un repertorio per così dire domestico, familiare, un repertorio da intra moenia che ha nondimeno attraversato confini e barriere culturali inimmaginabili per altre lingue/dialetti altrettanto domestici e familiari. Questa edizione di Aspettando Godot , con testo italiano a fronte, è ispirata liberamente alle lingue di partenza delle edizioni francese, inglese e italiana, e nasce dal tentativo di verificare le potenzialità espressive dei quattro personaggi della pièce (Pozzo, Lucky, Estragone e Vladimiro, qui chiamati rispettivamente Popó, Lulù, Gogó e Didì, mentre Godot diventa Dodó) e le trovate ‘filosofiche’ delle tre lingue di partenza in quelle del napoletano.
Arturo Martone ha insegnato per circa quarant’anni discipline filosofiche, prima all’università Federico II e poi all’Orientale di Napoli, occupandosi della filosofia fra XVIII e XX secolo e poi di filosofia del linguaggio e semiotica.
Cod. 9788898367726
pag. 230
prezzo: 20.00 €